>> Articolo di Giannangeli sul Festival di Macerata

da IL MESSAGGERO Venerdì 12 Maggio 2006 Macerata/ Si chiude I-mode visions Beckett tecnologico al “Lauro Rossi” con il gruppo Krypton

di PIERFRANCESCO GIANNANGELI

La sottrazione, il gesto essenziale e purificatore, lo sguardo che penetra la carne: possono essere considerati alcuni tra gli elementi fondanti del teatro. Un'ulteriore, altissima testimonianza di ciò si è avuta ieri all'Accademia di Belle Arti, dove è cominciata la due giorni dedicata a Samuel Beckett nel centenario della nascita, inserita nell'ambito della terza edizione del festival “I-mode visions”. Uno degli elementi centrali della giornata è stata infatti l'analisi di “That time”, folgorante spettacolo di un quarto d'ora diretto da Gerald Thomas e interpretato da Julian Beck (fondatore del mitico Living Theatre insieme alla moglie Judith Malina) poche settimane prima di morire. Si è discusso infatti dell'edizione del 1985 del breve, ma intenso, testo di Beckett. Si tratta dell'ultima interpretazione di Beck, il cui corpo era già minato in profondità dal cancro che l'avrebbe ucciso. Sono stati momenti di grande intensità ed emozione, che hanno controbilanciato il rigore scientifico della mattinata, quando all'Auditorium Svoboda su è discusso di “PlayBeckett”, interessante libro di Massimo Puliani ed Alessandro Forlani. Un volume che si muove sul filo delle “provocazioni multimediali” che possono scatenarsi quando si maneggiano i materiali beckettiani. E' una chiave di lettura certo insolita e originale ma, in quanto tale, assai stimolante. E questa sera “I-mode visions” si conclude con una sorta di serata di gala.
Al teatro “Lauro Rossi”, ore 21, dopo la premiazione dei vincitori del concorso “I modi della visione” i cui quattordici “corti” sono stati esaminati ieri sera dalla giuria presieduta da Anna Maria Monteverdi va in scena il “Trittico beckettiano” della Compagnia Krypton.
Lo spettacolo è diviso in tre parti, ciascuna dedicata a un testo di Samuel Beckett: “Atto senza parole I” con Fulvio Cauteruccio, “Non io” con Monica Benvenuti e “L'ultimo nastro di Krapp” con Giancarlo Cauteruccio, che di “Krypton” è il regista. Attenzione puntata sul rigore dell'esecuzione con le pagine di Beckett, così dense di profondi significati, non si può fare altrimenti e sugli elementi scenici e visuali, nella migliore tradizione di una compagnia che è giunta al suo sesto appuntamento con la drammaturgia dell'autore dublinese. In precedenza, alle cinque del pomeriggio, nella sede dell'Accademia, in via Berardi, verrà presentato un progetto di “digital story telling” che si intitola “Play Beckett nei mondi attivi (chat 3D)”. L'ideatore è Carlo Infante, grande esperto di nuove tecnologie, spesso applicate al teatro. Il resto del programma, dalle ore 11, prevede un focus sui radiodrammi e sui film firmati da Beckett.