>> Va in scena la parola (L'Espresso)




Va in scena la parola
da l’Espresso del 9.3.’07
di Sebastiano Triulzi
Anche in questo primo scorcio del 2007 sembra proseguire l’onda lunga dei festeggiamenti per il centenario della nascita di Beckett, ufficialmente lasciato alle spalle con la fine del 2006. Al di là della riproposizione di alcuni classici beckettiani, figli di un repertorio standard, vale la pena segnalare l’attenzione crescente per opere spesso poco note al grande pubblico.
Così, alla regia di Antonio Latella si deve un inusuale (e rovesciato) allestimento di “Aspettando Godot”, che è in cartellone fino all10 marzo al Teatro Caio Melisso di Spoleto (poi la tournée prosegue a Perugia e Gubbio). Altri due testi poco frequentati dalle compagnie saranno rappresentati il 7 marzo nella Sala dei Contrari della Rocca di Vignola dalla giovane (e già premiata) Laura Pasetti: si tratta del capolavoro breve “Non io” e della pièce televisiva “Dì Joe”.
Ad affascinare è anche il personaggio Beckett: come scrisse Emile Cioran, «se per assurdo non celasse nessun segreto, ai miei occhi apparirebbe ancora impenetrabile-. Proprio una volontà metabiografica è alla base dello spettacolo di Marina Bassani, “Aspettando Sam”, sul palcoscenico del Baretti di Torino dal 18 al 21 aprile. In questa breve carrellata di un altro, e meno paludato, Beckett, va segnalata anche la messa in scena delle sue ultime poesie, al Teatro Studio di Scandicci domenica 12 marzo, in una performance di Gabriele Frasca e Patrizia Valduga dall’incantevole titolo “Qual è la parola”.

Infine, nello scorso gennaio la cittadina di Cagli, nelle Marche, ha ospitato, con un ritardo calcolato rispetto all’ufficialità, uno dei più interessanti appuntamenti degli ultimi tempi dedicati al grande drammaturgo del Novecento, chiamato in modo significativo “Il festival 101 Beckett”. Inaugurata da una bellissima mostra di Mario Dondero - “I volti della Francia di fine anni ‘50: Beckett, lonesco, Genet, Sartre - la rassegna contava ben 22 spettacoli, e ha forse toccato uno dei suoi punti più alti con la messa in scena dei due atti unici “Catastrofe” e “L’ultimo nastro di Krapp”, interpretati e diretti da Paolo Graziosi, e prodotti dallo Stabile delle Marche.






VIAGGIO AL CENTRO di BECKETT
da l’Espresso del 9.3.’07
Al Pompidou di Parigi una mostra svela il volto inedito,
attuale e sorprendente del grande autore irlandese

di Fabio Gambaro da Parigi

Alla riscoperta di Beckett. Un altro Beckett. Non quello, conosciutissimo, dell’interminabile attesa di Vladimir ed Estragon, i due: vagabondi protagonisti di “Aspettando Godot”. Non solo l’autore ormai classico del teatro dell’Assurdo, ma anche lo scrittore radicale dei romanzi ridotti a monologhi e delle prose sconvolte dal delirio verbale. Un Beckett più ricco, capace delle spericolate sperimentazioni linguistiche e degli scarti imprevisti di un riso beffardo. Un uomo (...) che ha saputo confrontarsi con la novità dei linguaggi audiovisivi e che oggi è considerato un punto di riferimento per artisti contemporanei. Insomma, un Beckett vivo e poliedrico, sottratto ai luoghi comuni e al processo di museificazione, cui è stato sottoposto dopo la morte a Parigi nel 1989. Sarà questo lo scrittore al centro della grande mostra (una delle più importanti dell’anno) che s’inaugura il 14 marzo al Centre Pompidou di Parigi in collaborazione con l’lnstitut Mémoires de l’édition contemporaine.
«Beckett è considerato da tutti un grandissimo artista, eppure spesso, di tutta la sua opera, il pubblico conosce solo “ Aspettando Godot", dice Nathalie Léger, autrice di un bel saggio, "Le vies silencieuses de Samuel Beckett", nonché curatrice, insieme a Marianne Alphant, della mostra parigina: «Tutta la ricchezza della sua produzione, che si estende per più di mezzo secolo e conta una cinquantina di opere, viene troppo spesso ricondotta allo stereotipo del Teatro dell'Assurdo. Naturalmente, non vogliamo minimizzare la forza del teatro beckettiano, le cui intuizioni sono di grandissima attualità, ma solo ricordare che i lettori guadagnerebbero molto se ascoltassero la forza affascinante di una voce capace di esprimersi magnificamente anche al di fuori del teatro»....