- LE CRITICHE a PlayBeckett: su IL DOMENICALE - rispondono Puliani e Platania


>> su IL DOMENICALE: "ParaOcchi" per Beckett.





Sulla recensione di Massimiliano Parente apparsa ne IL DOMENICALE (non) risponde Massimo Puliani
Libero il giornalista nel non considerare Beckett dal punto di vista Multimediale! Come dire che esiste solo un Beckett letterario. Come è? Direbbe Beckett. Non è così. Rispondiamo a Parente! E' innegabile che Beckett abbia fatto regie televisive, scritto e realizzato sceneggiature per il Cinema, creato radiodrammi e playdrammi.....! Non si è accorto il Parente quanto il personaggio Krapp abbia a che fare con la tecnologia? Eppure lo stesso Parente ci scrive un saggio sull'argomento (apparso nella stessa pagina de il Domenicale ndr) dove egli fa una comparazione fra Krapp e Warhol!!! Con Beckett ci troviano di fronte a un Autore complesso e pieno di sorprendenti curiosità linguistiche. Beckett è Narratore, Poeta, Drammaturgo, Sceneggiatore e regista televisivo! Di Beckett scrittore ci sono molti saggi autorevoli. Essendo un punto di riferimento del Novecento è assai corposa e qualificata l'analisi letteraria sulla sua opera! Sull'opera multimediale di Beckett invece il campo è ancora aperto: ed è per questo che abbiamo pubblicato una serie di riflessioni critiche sulle opere televisive e radiofoniche e cinematografiche di Beckett. Qui la domanda: E' secondario ciò rispetto alla narrativa? Forse. Sì, prima del 1965; no, dopo. Se prendiamo in esame la produzione artistica di Beckett, ad un certo punto della sua esistenza possiamo senz'altro affermare che a lui interessava molto di più il linguaggio multiespressivo che quello monoespressivo. Ma anche nella pluralità dei linguaggi utilizzati da Beckett è errato asserire che la parola è "secondaria", in quanto a volte centrale o precedente alla visione! Non saremo mai d'accordo quindi nel considerare gli Autori artisticamente solo da ...un punto di vista. E' come avere un "paraocchi", quando la capacità dello sguardo è infinita! Come dire che Michelangelo è uno scultore e secondariamente un pittore? Che del poeta Majakovskij non esista il suo spiccato interesse per la performance futurista? Che l'attività registica di Pasolini è secondaria a quella letteraria? Fin qui possiamo discutere di "idee sull'arte"; ma quando il Parente afferma nell'articolo che il nostro (mio e di Forlani) interesse per le "visioni multimediali nell'opera di Beckett" derivi dal fatto che ci occupiamo di teatro e di multimedialità, non lo fa per fare un complimento per la specificità degli autori, ma per imputarne la "faziosità degli stessi". Passiamo anche questa "faziosità" (che tra l'altro ci piace!). Ma quando scrive: " ...è come affidare a due militanti dell'arcigay un volume su Proust", la discussione non è più sul piano culturale, ma sul piano ...etico e politico! Che paraocchi!!!!!!
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Registriamo il primo intervento in merito: Federico Platania, curatore del sito www.samuelbeckett.it
Sul Domenicale del 15 aprile 2006 è apparsa, nell’ambito di un un’intera pagina dedicata al centenario di Samuel Beckett, una recensione, firmata da Massimiliano Parente, del volume PlayBeckett (Halley Editrice) di Massimo Puliani e Alessandro Forlani, cui ho partecipato con un breve scritto sull’opera teatrale Breath. A proposito dell’oggetto della recensione, la principale argomentazione di Parente è la seguente: «un discreto volume per tutti gli appassionati di cinema e videoarte che hanno voglia di trafficare con ciò che in Beckett era del tutto secondario». Voglio rispondere nei contenuti a questa sua tesi, che non mi trova d’accordo. La critica ha sempre avuto difficoltà a classificare Beckett in questa o quella forma d’arte: è stato un rivoluzionario autore teatrale, ma anche un incredibile narratore. È stato un poeta, un saggista, un regista. La tecnologia non è stata mai, nella sua opera, un accessorio, ma sempre uno strumento usato con il rigore che ha percorso tutta la sua carriera, ennesimo mezzo attraverso cui far passare la sua voce. La sempre mortificata eppure inevitabile urgenza espressiva (il suo famoso “nulla da esprimere se non che non c’è nulla da esprimere”) ha toccato anche quelli che – all’epoca – potevano essere considerati i nuovi media: radio e televisione. E, attenzione, non si parla di adattamenti di testi nati per il “nobile” teatro, bensì di pièce concepite e realizzate appositamente per questi mezzi. Fu proprio in seguito alla produzione radiofonica del suo Tutti quelli che cadono che la BBC decise, nel lontano 1956, di realizzare il Radiophonic Workshop, vero e proprio laboratorio ante litteram per la sperimentazione audio. Due anni più tardi, Beckett dimostrò una notevole sensibilità per la tecnologia facendo ruotare uno dei suoi testi teatrali più toccanti, L’ultimo nastro di Krapp, intorno ad un magnetofono, apparecchio di recentissima introduzione sul mercato e sicuramente non di uso comune. Il protagonista, uno scrittore fallito, affida il suo diario non alla carta ma a bobine magnetiche. Ancora: l’uso dello zoom in Eh, Joe (1965), prima incursione di Beckett nella scrittura per la tv (non fiction televisive, ma copioni per telecamera), campo che avrebbe esplorato fino a pochi anni dalla morte, avvenuta nel 1989. E sempre a proposito di scrittura televisiva, non si può non ricordare Trio degli spiriti scritto nel 1976 e trasmesso dal canale televisivo della BBC il 17 aprile 1977. La trama è l’ennesima variante di un’attesa beckettiana: un vecchio uomo attende la visita di una donna, la quale però non arriva (una sorta di lady Godot…). Sarà un ragazzo a giungere invece alla fine, uno spettrale messaggero, proprio come il ragazzo che giunge al termine di entrambi gli atti di Aspettando Godot. Questi pochi esempi per dire che tutta l’opera di Beckett, a prescindere dalla forma espressiva utilizzata, è animata da una profonda coerenza che rende il suo autore uno dei modelli più solidi e sorprendenti di tutto il Novecento. Quando ci si trova di fronte a una poetica così rigorosa e consapevole l’unica cosa davvero secondaria è stabilire quale aspetto è... secondario.
Federico Platania(www.samuelbeckett.it)
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