>> LE CRITICHE A PLAYBECKETT: su LO SCAFFALE

UNA RECENSIONE AL VOLUME di Stefano Casi , da www.teatridivita.it: "LO SCAFFALE"
Buon compleanno Beckett!


Scocca questo mese il centenario della nascita del grande autore. E in libreria arriva un curioso libro di "visioni multimediali" sulla sua opera in una nuova collana tutta da scoprire. Samuel Beckett compie cent'anni. Un secolo dalla sua nascita e - aggiungiamo - circa mezzo secolo dalla folgorante comparsa sulle scene di Aspettando Godot, da quando il teatro - si può dire - non fu più lo stesso. Nato il 13 aprile 1906 nelle lande irlandesi, Beckett ha segnato la storia del teatro in maniera indelebile, e questo lo sanno tutti. Lo ha fatto prosciugando le parole all'essenziale, anzi molto al di là dell'essenziale, calandole in situazioni dove l'essenzialità era forma di un vuoto esistenziale, e anche questo lo sanno tutti. Non tutti sanno anche che Beckett considerava determinante nel suo teatro non l'angoscia ma il sorriso: e che altro sono i suoi testi o i suoi non testi se non buffi copioni per ridere del nulla? E qui avveniva (avviene) il corto circuito implacabile e geniale: si ride del nulla, di quel nulla che ci rispecchia. E allora angoscia, risate, angoscia, risate... Le stesse messinscene ondeggiano tra questi due poli alla ricerca di un equilibrio impossibile, perché poi Beckett lo sapeva bene, da impertinente e beffardo giocatore: lo spettatore è il topo ideale con cui il gatto Beckett ama giocare, fino al brivido di condurlo a immensi nulla di fronte ai quali il pubblico, attonito, rimane dubbioso: sarà una profonda metafora filosofica o il signor Beckett mi sta prendendo per i fondelli? Il genio, signori, è anche questo. Naturale quindi che in onore di uno degli autori più rivoluzionari della scena mondiale si sprechino quest'anno messinscene e omaggi. Tra le tante occasioni di riflessione, vale la pena segnalare un volume che dà il via a una nuova collana di studi e materiali teatrali dal titolo "SoQQuadri": PlayBeckett di Massimo Puliani e Alessandro Forlani (Halley Editrice; pp. 240, con dvd; euro 24; info: www.halleyeditrice.it). Il libro ha un sottotitolo che spiega subito il taglio originale dato dagli autori a quest'opera: "Visioni multimediali nell'opera di Samuel Beckett".
Oggetto del libro, infatti, non è tanto il teatro quanto quell'ampio orizzonte di sconfinamenti dell'autore verso i linguaggi della riproduzione tecnica: la radio, la televisione, il cinema. A cominciare proprio dal celebre Film del 1965, diretto da Alan Schneider e interpretato da Buster Keaton. Sconfinamenti, dunque. O non piuttosto coerenza di un linguaggio teatrale che necessita fin da subito di liberarsi della cornice scenica per approdare agli altri mezzi? E' questo il punto teorico di base del libro, che raccogliendo tutte le esperienze 'multimediali' di Beckett porta finalmente i lettori a integrare correttamente la complessità autorale dello scrittore. Per farlo, Puliani e Forlani hanno raccolto gli interventi di numerosi studiosi (da Gualtiero De Santi a Valentino Bellucci) e le testimonianze di chi ha lavorato sui testi teatrali di Beckett evidenziandone proprio le connessioni con l'immagine riprodotta, dai Magazzini a Krypton. Il libro si conclude con le necessarie videografie. A cui si aggiunge, in allegato, un interessante dvd a cura di Maurizio Failla, che comprende il remake di Film realizzato da Auretta Loria (anche in versione confrontabile con l'originale), e alcuni brani dei videoplay beckettiani per la tv tedesca".....
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